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IN PIEDI SIGNORI, DAVANTI A UNA DONNA

  • Alessia Maria Di Biase
  • 8 lug 2016
  • Tempo di lettura: 2 min

Sinceramente non avrei speso un centesimo sulla vittoria della Raggi a sindaco di Roma, non per una questione di partito o di posizioni politiche, ma perché pensavo che l’Italia non fosse ancora pronta per lasciare il potere, di una città così importante per non dire la più importante, a una donna.

Quando poi sono stati pubblicati i risultati mi sono ricreduta e ho pensato che forse avevo tirato delle conclusioni troppo affrettate e che le cose probabilmente stavano cambiano, finalmente, anche per le donne.

Tuttavia il mio entusiasmo non è durato a lungo purtroppo e si è gradualmente spento fino a via via scomparire leggendo i titoli dei giornali che commentavano le notizie della vittoria.

Tanto per la Raggi quanto per l’Appendino il primo pensiero che si è posto è stato come chiamare le due nuove cittadine: "sindacO o sindacA" questo è il vero dilemma e non come risolvere i problemi enormi di una capitale ormai alla deriva.

Per non parlare poi degli appellativi, infischiandosene altamente della formazione professionale e culturale delle due candidate, l’unica cosa che è venuta in mente per qualificare le vincitrici è dire che una è una giovane ragazza e l’altra una neo mamma.

Tutta cose vere, per carità, ma se fosse stato eletto un uomo, sui trent’anni e magari con un figlio di pochi mesi, qualche giornale avrebbe scritto: “ il nuovo sindaco è .. un giovane ragazzo o un neo padre”???, penso proprio di no.

Non ho idea di cosa di combineranno né la Raggi né l’Appendino, entrambe chiamate a svolgere un lavoro tanto importante quanto difficile come la gestione di una città; sicuramente la loro agenda sarà fitta e piena di impegni da evadere con urgenza, ma probabilmente, prima di ogni cosa, prima di fare i conti con carte e scartoffie l'impresa più ardua per loro sarà quella di scardinare un pregiudizio vecchio come il tempo.

Che sia stato un voto di scelta o di protesta poco importa, le chiacchiere stanno a zero e che ci piaccia o no, queste due donne, ragazze, neo mamme, chiamatele pure come volete, hanno in mano lo scettro di una città e allora "Per tutte le violenze consumate su di Lei, per tutte le umiliazioni che ha subìto, per il suo corpo che avete sfruttato, per la sua intelligenza che avete calpestato, per l’ignoranza in cui l’avete lasciata, per la libertà che le avete negato, per la bocca che le avete tappato, per le ali che le avete tagliato, per tutto questo: in piedi Signori, davanti a una Donna!" - William Shakespeare.


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