I GIORNI DELLA CIVETTA
- Dell'amore più grande
- 9 lug 2016
- Tempo di lettura: 3 min

Si può “parlare d’altro” e raccontare l’attualità anche attraverso una storia o un racconto. Si può esprimere un pensiero e condividere la propria opinione anche prendendo in prestito le parole di qualcun’ altro, come ha fatto il nostro lettore del quale vi proponiamo il suo ultimo racconto.
Passeggiare è una attività fisica che comporta un modesto sforzo che però fa bene alla salute e se poi la condividi con un amico allora può diventare anche un piacere.
E noi, gente di riviera, amiamo farlo di solito con passo moderato, davanti, in riva o comunque vicino al mare.
Così, qualche giorno fa, mi sono ritrovato a percorre il lungomare in compagnia di un vecchio amico di studi. Purtroppo però, per lui, il vizio del fumo, che non l’ha mai abbondonato, lo costringe a ripetute sia pur brevi soste all’ombra e al riparo dalla leggera brezza per rinnovare il rito dell’accensione.
Registriamo un posto adatto. Siamo alle spalle di quello che ha tutta l’apparenza di un chiosco. “ Ma a cosa servirà” domanda con un getto di fumo a mò di lanciafiamme;
“Non so” –rispondo- “potrebbe essere un bar, come una rivendita di giornali o verosimilmente un punto di informazione turistica” , il che sarebbe una buona iniziativa data la vocazione della città.
Alla base si notano delle ruote, apparentemente non congrue rispetto al peso che dovrebbero spostare - ma questo è solo un dettaglio per addetti ai lavori e soprassediamo.
Più in là, aiuole in rilievo con filari di palme, belle, alte, verdi e rigogliose.
La fantasia corre e trova la teoria della “Linea della Palma”, così come definita dalla scienza, ma soprattutto conosciuta come metafora alla quale hanno fatto riferimento alcuni noti e famosi scrittori.
Ricordo: E’ la linea che attraversa l’area dove le condizioni climatiche favoriscono le palme ma che delimitano anche la Sicilia, con i suoi costumi e le sue contraddizioni, dal continente.
Una linea, che secondo la scienza dovrebbe avanzare verso nord di 500 metri all’anno; per quanto ipotizzato dagli scrittori, invece, questo succederà molto più rapidamente.
Ma tornando a quel filare di palme, “vedi” -osserva l’amico- “quella è la conferma che la linea della palma, intesa come sappiamo, si è spostata eccome. Non solo! ha attraversato già l’Italia, uniformandola da Palermo a Roma, come da Milano a Parma.
Già, proprio Parma assurta agli onori della cronaca di recente per il caso Parmacotto e per le numerose citazioni nel romanzo “ Il giorno della civetta” che si sta riproponendo al grande pubblico.
Questo mi dà lo spunto per rimuovere una remota curiosità e, all’amico militare che presta servizio proprio in quella città, chiedo: “Ma per motivi professionali, hai mai avuto l’occasione di incontrare il Capitano Bellodi?”. “No” - è secca la risposta e accenna un sorriso che sa di malizioso e di ironico insieme. Eh! Aveva liquidato al volo quella battuta senza lasciarsi sopraffare, con la solita bravura di sempre. Era uno dei più in gamba del gruppo di amici di una volta.
“Sai benissimo che Bellodi è un personaggio inventato” - e precisa - “ un po’ come quel Mimì che aspettavamo al bar del centro da ragazzi. Non esiste, Purtroppo!”.
“Allora” - incalzo- “ anche quel titolo strano “Il giorno della civetta” non ha riscontri reali, è solo frutto della fantasia dell’autore?”.
“E no!” -ribatte- “quello no, quello è reale! E’ diventato addirittura quotidianità”. Realizzo allora che la civetta ha cambiato le sue abitudini, si muove anche di giorno, alla luce del sole, e torna la metafora e l’ipotesi dello scrittore nel suo racconto.
“Possibile ?” “ Certo! Indossa gli occhiali e usa il climatizzatore. Insomma, possiamo dire che viviamo ormai I giorni della civetta”.
Intanto la sigaretta si è consumata, e da un po’. Allora riprendiamo la passeggiata, Con passo moderato, vicino al mare, piacevolmente, tanto i fatti e i riferimenti citati erano tutti casuali e virtuali.
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