IL VIAGGIO DI NON RITORNO
- Alessia Maria Di Biase
- 12 lug 2016
- Tempo di lettura: 2 min

Ormai, siamo tutti “abituati” alle tragedie.
In questi mesi, a scadenza quasi regolare, puntualmente arrivava la notizia dell’ennesimo attentato.
Ogni tanto arrivava la notizia che qualcuno , in qualche parte del mondo, si era svegliato una mattina e aveva deciso di mandare a morte una parte dell’universo e, anche se queste notizie ci hanno sconvolto e ferito per un verso, dall’altro alla fine abbiamo sempre tirato un sospiro di sollievo perché quella volta, fortunatamente fosse toccato a noi.
E inoltre, in ogni tragico episodio avevamo almeno la magra consolazione di poter scaricare tutta la colpa addosso a qualcuno.
Invece, questa volta, non è colpa di nessuno, e questa volta è toccato proprio a noi, proprio a l’Italia e proprio al sud, quella parte della nostra penisola che ancora fatica a raggiungere la piena dignità e riconoscenza.
Chissà per quale motivo, a volte, il destino decide di essere così cattivo e accanirsi con tutta la sua forza su qualcuno chiedendogli di pagare con il prezzo della propria vita colpe che non riusciremo a mai a comprendere.
Chissà perché, persone come tanti di noi, che avranno preso quel treno chissà quante volte forse per lavoro o magari per un viaggio di piacere all’improvviso hanno chiuso gli occhi.
A quale Dio dobbiamo rivolgere le nostre domande, a quale cielo dobbiamo guardare per cercare, se esiste, un po’ di consolazione, per noi che ogni giorno sempre di più proviamo a nascondere la paura di vivere anche se ormai ci è penetrata fino a dentro le ossa.
E chissà chi potrà trovare le parole giuste per quelle famiglie che attendevano che ora sono lì, ferme su un binario, ad aspettare un treno che non tornerà più indietro.
Comments