HOMO FABER FORTUNAE SUAE
- Alessia Maria Di Biase
- 20 lug 2016
- Tempo di lettura: 1 min

Che l’uomo fa da solo la sua fortuna (homo faber fortunae suae) l’ha capito presto il piccolo Daniel, involontario protagonista di uno scatto che, un anno fa, ha fatto letteralmente il giro di tutto il mondo.
La tenera immagine è stata colta da una giovane studentessa che l’ha condivisa scherzosamente su facebook nell’assoluta inconsapevolezza che avrebbe potuto attirare l’attenzione delle più importanti testate giornalistiche.
Quando poi è stato riconosciuto, il bambino che si fa luce sotto il lampione per poter studiare, ha dichiarato di sentirsi fortunato perché possiede tutto ciò di cui ha bisogno per fare i compiti, un pezzo di carta e una matita, la stessa per la quale Charlie Hebdo ha perso la vita ( è inevitabile e doveroso il collegamento in questo contesto).
Una foto, che nella sua apparente semplicità nasconde le grandi ingiustizie e le grandi contraddizioni della nostra epoca.
Alle spalle del bambino povero che siede in penombra, appare grande e luminosa l’insegna del Mc Donald, una delle catene di fast food più ricche al mondo.
Ed ecco che naturalezza e artifizio, ricchezza e povertà, austerità e semplicità, si racchiudono tutte in una piccola grande foto.
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