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LEGATI DA UN FILO

  • Alessia Maria Di Biase
  • 29 lug 2016
  • Tempo di lettura: 1 min

E così la legge italiana riconosce validità anche ai matrimoni celebrati “a distanza”, cioè grazie al web.

Il filo di una connessione internet sarà quindi sufficiente a ufficializzare l’unione, a patto che il Paese dove viene officiata riconosca questa modalità.

Il riconoscimento del “matrimonio online” arriva proprio dalla Cassazione, che ha ribadito – come già stabilito nel giudizio di merito – la validità per il nostro ordinamento del matrimonio tra una cittadina italiana e un cittadino pakistano, avvenuto per “via telematica”, alla presenza di testimoni, e già riconosciuto come valido da Islamabad.

E infatti, nella sentenza 15343 della prima sezione civile, depositata il 25 luglio La Suprema Corte si legge espressamente: “Se l’atto matrimoniale è valido per l’ordinamento straniero, in quanto da esso considerato idoneo a rappresentare il consenso matrimoniale in modo consapevole, esso non può ritenersi contrastante con l’ordine pubblico solo perché celebrato in forma non prevista dall’ordinamento italiano”

La decisione del collegio poggia sull’assunto che in realtà pure il nostro legislatore ammette “la celebrazione inter absentes in determinati casi”, nei quali ricorrono “i requisiti minimi per la giuridica configurabilità del matrimonio medesimo” che sono “la manifestazione di una volontà matrimoniale da parte di due persone di sesso diverso, in presenza di un ufficiale celebrante” (in questo casa l’autorità pakistana).

Una pronuncia che ha dell’incredibile ma che tuttavia non deve lasciare sorpresi vista la direzione che il nostro stile di vita sta prendendo.

E dopo questa “discutibile” decisione, non resta che dire… Viva gli sposi !

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