ADOZIONE: IL Tempo dell’Attesa
- Alessia Maria Di Biase
- 30 lug 2016
- Tempo di lettura: 4 min

Prima di intraprendere un viaggio, solitamente, scegliamo con attenzione e pazienza la nostra meta. A volte ci ritroviamo in posti totalmente diversi da quelli che avevamo in mente altre volte ci lasciamo prendere dalla curiosità.
La protagonista di questo viaggio invece, ha sempre saputo quale sarebbe stata la sua strada e così, è arrivata (o quasi) dritta alla meta.
Questa storia racconta, l’emozione, la speranza, qualche intoppo di sue genitori che vivono con gioia e, anche un po’ di nostalgia, il lungo tempo dell’attesa.
Ho sempre saputo che sarei diventata mamma in un modo diverso, quello che non ricordavo era il momento esatto in cui avvertivo questa sensazione. L'aiuto me lo ha dato una mia cara amica d'infanzia (Sandra), la quale, ascoltando il percorso che stavamo intraprendendo con Giovanni, mi dice: “OOO Lu! tu lo hai sempre detto”!! Eravamo delle adolescenti e, a quanto pare, gli confessai che un domani avrei voluto essere mamma solo così. A quel punto, tornata a casa, ho iniziato a riflettere e di colpo ho avuto un flash. Era la metà degli 80, in TV passano messaggi per aiuti al terzo mondo ed io, guardando quelle immagini con gli occhi e la mente di una ragazzina, pensai: “perché mettere al mondo dei figli quando ce ne sono così tanti che muoiono di fame o orfani?? Da li giurai che se avessi formato una famiglia sarebbe stata con un' adozione.
Ovviamente, crescendo, vedi tutto in maniera diversa perché è tutto un pò più complicato di quello che vedevo da piccola, ma il pensiero è sempre lo stesso.
Circa 10 anni fa ho conosciuto Giovanni. Dopo un breve periodo di conoscenza siamo andati a convivere e quando la nostra storia stava prendendo la giusta strada, iniziammo a pensare di allargare la famiglia, pertanto, un giorno gli chiedo senza troppi giri di parole cosa ne pensava dell'adozione. Li per li mi rispose molto brevemente che non ci trovava nulla di strano, ma che comunque avrebbe voluto anche dei figli biologici. Insisto, gli ripeto la domanda (anche perché non credo che la nostra storia sarebbe continuata se mi avesse dato una risposta diversa), lui continua: “si, si, perché no! prima però proviamo ad averne naturalmente e poi faremo anche l'adozione!!” woaaaaaaaaaaa io ero felicissima!! Ci siamo dati un tempo e dei limiti oltre i quali non saremmo andati, quindi da li in poi avremmo preso la strada che tanto sognavo.
Ma, come spesso capita in questa vita terrena, non siamo noi a decidere come, quando e se avere dei figli, quindi, dopo diversi tentativi e qualche aiuto con tecniche varie, con serenità abbandoniamo questa strada. Confesso, in quel periodo pensavo che potevamo provare all'infinito, ma ero sicura che la mia strada era un'altra, ecco perché personalmente non ho avuto difficoltà ad “elaborare il lutto”, come dicono gli psicologi. Inizia così la nostra avventura nel mondo dell'adozione. A Giugno 2014 ci sposiamo e, finalmente, con non poche difficoltà, a dicembre dello stesso anno depositiamo la domanda in tribunale.
Cosa dire del percorso, è vero, a volte c'erano dei momenti, davanti a psicologi o assistenti sociali, in cui riflettevo molto al fatto che erano delle persone a giudicare il tuo poter essere o no genitore e la cosa, a volte, non mi piaceva affatto, ma, fortunatamente, sul nostro percorso abbiamo incontrato nella maggior parte dei casi persone molto professionali e competenti, che hanno alleviato questo mio disagio. L'iter può sembrare lungo e con ostacoli, ma se si ha la determinazione e la voglia, si affronta tutto, bisogna solo armarsi di pazienza e rimanere lucidi e tutto sembrerà più bello.
Ad ottobre 2015 abbiamo ottenuto il decreto d'idoneità all'adozione Internazionale e, dopo una lunga consultazione dei vari enti, a Gennaio 2016 abbiamo conferito mandato ad una associazione.
Proprio in questi giorni ci è stato comunicato che l'ICBF (ente colombiano che gestisce le adozioni) ha approvato il nostro dossier, pertanto ora siamo in attesa dell'abbinamento per uno o più minori.
É inutile dire che ci sentiamo emozionati e non stiamo nella pelle, perché sappiamo che manca veramente poco. Adesso che siamo quasi alla fine di questo percorso, che coincide con l'inizio della nostra nuova vita, mi mancherà un pò questa attesa, perché le emozioni che si provano credo siano pari a quelle di una gravidanza, ma con una durata maggiore.
Questo racconto sarà anche l'inizio del mio blog che aprirò non appena avremo l'abbinamento, per poter raccontare le nostre giornate in Colombia. L'idea mi è venuta quando ho capito che ho una cerchia di amici e parenti un po' troppo lunga e tutti ansiosi di sapere e vedere la nostra esperienza, in più sarà sicuramente una testimonianza quando, un domani, i/il nostri/o figli/o leggerà/anno anche le nostre di emozioni. Successivamente ho capito, iniziando a sbirciare tra le pagine dei social, che non sono la sola ;-) ben venga allora!!!!
In questo anno e mezzo di vari colloqui, controlli medici, documenti da preparare, la mia anima era sempre irrequieta. Il giorno in cui il nostro dossier, completo di Album, lettere di referenze e documenti vari, é stato spedito in Colombia, la mia anima ha trovato pace! Sapevo che, finalmente , da li a breve sarei diventata mamma e insieme a Giovanni anche genitore.
Si, ho sempre saputo che sarei diventata MAMMA così!
Lucia
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