Si, Viaggiare!
- Alessia Maria Di Biase
- 14 ago 2016
- Tempo di lettura: 2 min

Tempo d’estate, tempo di vacanze, voglia di partire, di staccare la spina e lasciare a casa un anno di lavoro, di pensieri, di impegni, appuntamenti per poi ritornare più carichi di prima.
In teoria, abbiamo sempre pensato che fosse questo lo spirito del viaggio, che una “bella vacanza” fosse la medicina giusta per tutti i mali.
Cambiamo, anche se per un breve periodo, le nostre abitudini, i luoghi che normalmente frequentiamo, scopriamo nuovi scorci del nostro mondo, incontriamo persone diverse, siamo tentanti da nuovi gusti e sapori, tanto che alla fine… non vorremo mai rientrare.
Sembrerebbe tutto molto bello, ma in realtà c’è chi sostiene l’esatto contrario e cioè che il viaggio non abbia solo effetti benefici ma anche qualche contro indicazione.
In particolare è sconsigliato partire proprio per chi si sente solo, ha qualche problema da risolvere o dei nodi spirituali da sciogliere.
Secondo questa scuola di pensiero infatti, in tutti questi casi partire non aiuta affatto ad allontanarsi dai cattivi pensieri, ma anzi, trovarsi in un posto nuovo, dove non abbiamo punti di riferimento se non le nostre risorse interiori sarebbe proprio la maniera giusta per trovarci a stretto contatto con noi stessi.
In poche parole saremmo così costretti a guardarci dentro, scavando nella parte più profonda del nostro essere con la conseguenza che tutti i dubbi e le amarezze che volevamo lasciarci alle spalle ce le troviamo poi davanti agli occhi amplificate e moltiplicate.
Se questa tesi è in parte discutibile, un altro problema relativo al viaggio è la compagnia e anche in questo caso i consigli degli esperti si dividono tra conservatori e innovatori.
Da un lato c’è chi consiglia, anzi raccomanda strettamente di portare in vacanza solo amici cari e conoscenze già consolidate in modo da non avere brutte sorprese durante il percorso.
Dall’altro si incoraggia vivamente ad aggiungersi a gruppi di persone sconosciute, per mettersi alla prova e aprirsi a nuove conoscenze; mai partire con gli amici di sempre, perché si correrebbe il rischio di rovinare una bella e duratura amicizia per il capriccio di un momento; assolutamente vietate anche le vacanze con i parenti, perché non si avrebbe comunque l’impressione di essere in vacanza frequentando luoghi e persone a noi già troppo note.
E allora alla fine, la soluzione migliore sembrerebbe quella di viaggiare da soli, così da poter scegliere autonomamente l’itinerario e poter scandire liberamente i tempi del percorso.
Qualunque sia la meta da raggiungere e con chi scegliamo di arrivarci, una cosa è certa e non c’è scuola di pensiero o teoria che possa dire il contrario, il percorso fatto non sarà stato mai vano, perché alla fine di un buon viaggio, torniamo sempre persone migliori.
Buone vacanze!
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