TUTTI AL MARE … O QUASI
- Alessia Maria Di Biase
- 19 ago 2016
- Tempo di lettura: 1 min

Tutto è iniziato quando il Primo Ministro francese si è schierato apertamente in favore del bando emesso da alcuni comuni francesi che vieta alle donne musulmane di indossare il “burkini” sulle spiagge.
Il Premier, portavoce di un paese ancora scosso e profondamente ferito dai recenti e numerosi attacchi terroristici, ha dichiarato di condividere pienamente la scelta dei sindaci che hanno adottato questa misura restrittiva.
Una misura che suona più come una ripicca per la Francia libera e accogliente come è stata fino ad ora, fino a quando non ha iniziato forse a sospettare di essersi ritrovata il nemico in casa.
Immediatamente si accendono le polemiche, prontamente respinte da Valls che libera la misura da qualsiasi fondamento religioso sostenendo che il provvedimento ha soltanto scopo preventivo e va considerato come una misura di sicurezza in favore dei cittadini e non contro i musulmani.
“Il Burkini è chiaramente la traduzione di un progetto politico “ – sostiene Valls – “ contrario alle regole della nostra società, fondato sulla sottomissione della donna che deve essere completamente coperta perché impura, e questo è assolutamente contrario ai principi della Costituzione Francese”.
Se dunque la Francia, appoggiata dalla Germania stringe il pugno, puntando tutto sulla sicurezza, l’Italia invece non sembra essere troppo preoccupata, visto che “l’uso del burkini non è un fenomeno così dilagante” sostiene Alfano che condanna la linea dura Francese e sposta l’attenzione sul discorso religioso.
In effetti, indossare il burkini al mare non è altro che l’espressione della propria libertà di culto e non dovrebbe quindi disturbare andare in spiaggia coperti, un po’ come non disturba il crocifisso nelle scuole come espressione della religione cattolica …. A buon intenditor ..
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