Senza proferire parola
- Alessia Maria Di Biase
- 23 ago 2016
- Tempo di lettura: 2 min

L’ immagine di questo bambino ormai diventata il simbolo della guerra, senza sosta, in Siria, una guerra lunga, dolorosa e sanguinosa.
Le notizie della guerra in Siria ormai non ci sorprendono più, ogni giorno vediamo passare queste scene al telegiornale eppure ci passano davanti con assoluta indifferenza, talmente assuefatti alle brutte notizie, niente più ci sorprende.
Cronaca di tutti i giorni che ascoltiamo distrattamente mentre leggiamo i titoli che scorrono sotto lo schermo, consumiamo la cena o parliamo al telefono.
Questa immagine però è diversa dalle altre.
Il video, dal quale è stato tratto poi lo scatto, mostra come il bambino venga preso dal soccorritore, portato e lasciato sul sedile dell’ambulanza, ricoperto dalle macerie e dal sangue e come durante questo breve percorso il piccolo resti inerme; non un lamento, un grido di dolore, un pianto di disperazione, niente, in silenzio senza proferire parola.
Il fatto che più sconvolge oltre all'immagine stessa e al contesto è proprio l'atteggiamento di incomprensibile e straordinaria compostezza di un bambino che che non è più tale che umilmente appoggiato alla spalla dell’uomo, stanco e affaticato, si lascia guardare, fotografare dai giornalisti e dai passanti, come se anche lui si fosse ormai abituato alla guerra.
E intanto, nella vicina isola di Ventotene, luogo simbolo della nascita dell’unione europea, l’asse Italia-Francia- Germania si interroga sul futuro della nuova Europa dopo l’uscita dell’Inghilterra, che non sembra preoccupare troppo il nostro presidente Renzi il quale durante il vertice ha affrontato, insieme con la Merkel e Hollande, il tema delle riforme del lavoro, della sicurezza e il problema dei migranti.
Chissà, se nei loro progetti, i grandi potenti, si ricorderanno anche di questo bambino che teneramente si sposta una ciocca di capelli con la manina sporca di sangue e fango nella speranza di vederci, forse, un po’ più chiaro …
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