E LA TERRA TREMA ANCORA ….
- Alessia Maria Di Biase
- 25 ago 2016
- Tempo di lettura: 2 min

Sembrava appena dimenticata la tragedia de L’Aquila, sembrava appena finita la ricostruzione di quel paese quando un altro duro terremoto colpisce il centro Italia.
L’Italia, purtroppo, ancora al centro del mondo e non perché al centro del mediterraneo.
L’Italia che in questi mesi ha aperto le sue braccia a centinaia di migranti, l’Italia pronta all’accoglienza e all’assistenza di chiunque arrivi sulle proprie coste questa volta è lei stessa ad avere bisogno d’aiuto.
Sono le 3.36 della notte fra il 23 e 24 agosto quando la terra comincia a tremare sotto il suolo di Amatrice.
Centoventi secondi per distruggere un intero paese, “solo” due minuti per buttare giù case, chiese, palazzi e non solo, perchè il terremoto non spazza via solo i tetti ma anche i ricordi di tutta una vita, cose e gesti amabilmente custoditi tra quelle mura ormai cadute.
Una manciata di secondi, apparentemente pochi, gli stessi che durante una scossa diventano interminabili, per i soccorsi sembrano non essere mai abbastanza sufficienti.
Quello che è successo e sta succedendo ormai lo sappiamo fin troppo bene, ovunque si parla di noi, immagini e notizie che si susseguono senza sosta con ogni mezzo, tutti incollati allo schermo, a scrivere messaggi di solidarietà, postare foto e condividere emozioni, dolori e delusioni.
Ma perchè questi eventi ci colpiscono così tanto?
Perché sappiamo bene che una cosa simile potrebbe/potrà capitare anche a noi, perché le case che sono crollate si trovano a pochi chilometri da noi, perché i palazzi che non ci sono più somigliano a quelli nei quali viviamo anche noi.
E allora vedere quelle immagini, seguire le notizie, sapere cosa succede ci fa sentire vicini a queste persone e a quei luoghi non potendo fare di meglio e di più e come in tutte le tragedie che si rispettino non mancano mai le polemiche.
Dopo qualche ora dall’evento già si parlava di costruzioni fatte male, di danni prevedibili ed evitabili e poi ancora l’attacco ai media accusati ancora una volta di sciacallaggio mediatico, polemiche che per fortuna non hanno preso il sopravvento e tolto il giusto spazio a questi luoghi che meritano ancora attenzione.
Piccole cittadine, borghi incantevoli che non esistono più, rasi al suolo tra le lacrime e il dolore composto e dignitoso dei loro abitanti; storie di sofferenza ma anche di grande solidarietà e a volte anche di piccoli incredibili miracoli perchè nonostante tutto, l’Italia dai mille difetti e contraddizioni, nei momenti di grande sconforto come questi tira fuori il meglio di se e sarà capace, come deve, di rialzarsi e ricostruirsi meglio di prima.
Perché la vera tragedia non è quella del terremoto, la vera “scossa” inizierà tra poco, arriverà quando tutte le luci e i riflettori sarnno spente, quando i politici avranno finito le loro sfilate, quando gli sfollati verranno portati altrove, quando dovranno salutare per non si sa quanto tempo il loro paese e inizieranno a pensare a come e da dove ricominciare.
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