top of page

ADOZIONE: L’ADOZIONE E’ UNA FIABA

  • Alessia Maria Di Biase
  • 1 set 2016
  • Tempo di lettura: 3 min

C’era una volta una mamma che non sapeva di essere mamma e c’erano una volta due bambini che aspettavano i loro genitori.

Questa lunga e bellissima storia ha tutta l’aria di una fiaba, dall’inizio alla fine, come tutte le storie nasce e si evolve tra mille difficoltà, ostacoli e problemi ma poi, anche per questi involontari protagonisti arriva il tanto atteso lieto fine…


Ho da poco ripreso il lavoro dopo una lunga "vacanza".

Ho lasciato a casa i miei bambini alle amorevoli cure dei nonni. Eh sì perchè quest'anno alla tenera età di 50 anni sono diventata mamma di due splendidi bambini: Peter e Vivien e ora sento il bisogno di raccontare la mia storia che ha inizio 12 anni orsono, quando mio marito e io decidemmo di "regolarizzare" la nostra convivenza stabile e duratura proprio al fine di presentare la domanda di adozione.

Sono stati 12 anni difficili, costellati di frustrazioni e delusioni. Inutile nascondere che, come tanti, sono arrivata all'adozione come extrema ratio, ma il premio in palio vale tutti i sacrifici fatti ed inoltre la grande differenza con l'accanimento della ricerca di una maternità biologica è che in questo caso si vince sempre!.

Comincio col dire che in 6 anni (che è il limite di efficacia della domanda di adozione nazionale) il Tribunale per i Minorenni di Napoli non è stato in grado di proporci un abbinamento. Contemporaneamente continuavo a sottopormi a torture fisiche e psicologiche enormi, come tante.

Ero sempre stata contraria all'adozione internazionale, avevo paura di sradicare dei bambini dal loro mondo e trascinarli con me, ma la competenza dei Servizi sociali di Napoli prima e dei professionisti dell'Associazione Ernesto poi mi hanno aiutato a capire tante cose.

Così di ritorno dalla Spagna dopo la definitiva costatazione che quelle due celluline dentro di me non volevano saperne di andare d'accordo, ci siamo avvicinati a questo mondo tremendo e meraviglioso. Ci siamo detti: “ma forse se non riusciamo ad avere un figlio biologico è perchè non ce n'è bisogno. Forse nostro figlio c'è già, e allora cosa aspettiamo ad andare a prenderlo?”.

Il contatto con l'Associazione è stato casuale, come tutte le cose migliori, ed è avvenuto ancor prima che quegli inetti del Tribunale si decidessero a pubblicare il decreto di idoneità. Così dopo tante tribolazioni, una sera la telefonata dell’Associazione Ernesto che ci convocava per "informazioni". In sede trovammo il personale dell’ Associazione e LE SCHEDE dei nostri bambini.

Ancora oggi a distanza di mesi non riesco a trattenere l'emozione nel raccontarlo (anche ora che sono sola in studio). Quella sera "sentii" che avevo due figli che aspettavano che li andassi a prendere, come fossero fuori scuola....

Poi la partenza e finalmente l'incontro con i bambini, l'inizio di questa avventura, l'angoscia, le difficoltà dovute alla lingua, alle diverse abitudini........ poi all'improvviso un bambino che non conosci, ma che sai che è tuo figlio, si accoccola vicino a te sul divano a vedere cartoni animati in ungherese e allora capisci che hai fatto la cosa giusta.

L'adozione è una fiaba, dice l'Associazione.

All'inizio non ero d'accordo neanche su questo, perchè vedevo soprattutto le difficoltà di gestione di questi due esseri impauriti spaesati, dispettosi, capricciosi e chi più ne ha più ne metta. Ora a distanza di alcuni mesi e con le difficoltà che ancora ci sono ma che stiamo imparando a superare di giorno in giorno e sempre con l'aiuto di esperti e con il confronto con altri genitori adottivi e non, ho capito finalmente cos'ha in comune il percorso adottivo con le fiabe: il lieto fine.

Comments


You Might Also Like:
About Me

I'm a paragraph. Click here to add your own text and edit me. It’s easy. Just click “Edit Text” or double click me to add your own content and make changes to the font.

 

Read More

 

Join my mailing list

Search by Tags

© 2023 by Going Places. Proudly created with Wix.com

bottom of page