DIVERSI EPPURE UGUALI
- Alessia Maria Di Biase
- 23 set 2016
- Tempo di lettura: 2 min

Dagli attacchi al sindaco di Roma al fertility day (uno e bis) ogni occasione è buona per parlare e straparlare delle donne.
Sinceramente, non credo nel femminismo convinto, sfegatato, non c’ho mai creduto e penso che certe filosofie estreme facciano più male che bene alle donne stesse.
Credo che i diritti delle donne vadano difesi tanto quanto quelli degli uomini, dei bambini, dei disabili e degli anziani.
E’ vero, le donne sicuramente sono più esposte alla violenza, ai pericoli, in alcuni casi sono anche più discriminate ma ciò non legittima atteggiamenti radicali di alcune che spesse volte strumentalizzano la figura della donna riducendola a mera porta bandiera di lotte sull’aria fritta.
La storia ci insegna, e la realtà ce lo conferma che le donne che sono riuscite a ottenere i diritti più importanti dei quali noi (senza rendercene conto) godiamo oggi, l’hanno fatto con forza, tenacia ma con estrema dignità.
Non si capisce perché sprecare tanta energia per avere la possibilità di allattare al seno in pubblico (facoltà che tra l’altro già esiste), perché ostinarsi a convincere le persone che il corpo della donna non è un oggetto da esibire, se poi sono le donne stesse a mettersi in vetrina, perché impuntarsi a dire “sindacA, ministrA, avvocatessA” come se l’uso del maschile fosse un’offesa, perché continuare a insistere sul fatto di avere lo stesso trattamento sul lavoro quando invece, le donne con famiglia avrebbero bisogno effettivamente di un trattamento diverso, nel senso di avere più agevolazioni in ufficio rispetto a un uomo.
Ecco che in questo caso l’eccessiva e cieca rincorsa alla parità, questo pensare continuamente che tutto ciò che deriva dall’universo maschile, a partire dalle definizioni, sia un male, non solo non porta ad acquisire gli stessi diritti ma addirittura conduce a perderne altri oltre che a screditare l’intelligenza della donna, considerata come quella che fa una scelta non per convinzione ma per partito preso.
Basta con questi slogan contro la violenza sulle donne perché la violenza non è giusta per nessuno, né per le donne né per gli altri e soprattutto non è violenza solo quella fisica, è violenza anche quando le persone vengono maltrattate, offese, denigrate.
E inoltre, purtroppo, esiste anche una violenza meno evidente di quella fisica ma altrettanto dolorosa, una violenza "passiva" che si realizza tutte le volte che una persona (donna o uomo che sia) non viene considerata o valorizzata, viene emarginata, trattata come se fosse trasparente.
Violenze subdole, silenziose, nascoste dietro l’alea del perbenismo, del rispetto degli spazi altrui, ma più profonde di una coltellata, perché a volte, ferisce più la lingua che la spada e così le donne finiscono per essere rinchiuse in gabbie da loro stesse costruite.
Benvengano le differenze tra uomini e donne, benvenga che situazioni diverse siano disciplinate in maniera diversa, benvengano in questi casi due pesi e due misure perchè la vera parità sarà quando cominceremo a pensare e ad accettare che siamo tutti diversi.
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