LETTERA A UN BAMBINO MAI NATO
- Alessia Maria DI Biase
- 16 ott 2016
- Tempo di lettura: 2 min

Dalla maternità surrogata, al Fertily Day, passando per la fecondazione assistita fino ad arrivare all’extrema ratio dell’adozione, tutte le strade sono buone pur di avere un bambino, perché un figlio nell’immaginario collettivo rappresenta in qualche modo la continuazione di sé, il completamento della coppia, il sigillo della famiglia.
Cionondimeno, nonostante le nuove scoperte che la scienza ci propone in fatto di procreazione oltre che le strade più o meno alternative inventante dalla società e create della politica, ci sono ancora bambini che non riescono a venire al mondo, piccoli esseri viventi (non sempre considerati tali) che scompaiono silenziosamente nel ventre della loro madre così come silenziosamente c’erano entrati, dimenticati nell’oblio come se non fossero mai esistiti ma lasciando un vuoto incolmabile dentro.
Così, la comunità internazionale ha istituito il 15 Ottobre di ogni anno la Giornata Internazionale dei bambini mai nati (rappresentata dall’opera “Monumento ai bambini mai nati" -Bardejovska Nova Ves- di Martin Hudacký, in copertina) una giornata speciale purtroppo ancora poco conosciuta, che può apparire poco importante ma che invece risulta strettamente necessaria per due motivi.
Questa giornata è l’occasione per svelare il tabù creatosi intorno alla morte prenatale, un evento non sempre considerato realmente “morte”, del quale si fa fatica a parlare, che viene vissuto dalle donne come una vergogna, nascosto come la polvere sotto il tappeto.
Allo stesso modo La giornata internazionale dei bambini mai nati è momento per riflettere sull’importanza della vita fin dai suoi primi istanti, un discorso che potrebbe sembrare scontato e a tratti retorico, moralista, etico, ma se ancora si pensa a come “fabbricare” un bambino o si continua a ritenere un figlio come un bene del quale si può disporre come e quando lo si vuole, ecco che probabilmente questo tema assume un’importanza tale che dovrebbe ricordato ogni giorno.
Lo scopo dunque di questa commemorazione è quello di conferire la giusta dignità all’esistenza ancor prima di venire al mondo oltre che riconoscere il dolore di una perdita che non si vede ma che pesa al pari della morte perché forse siamo ancora molto lontani dal comprendere il dolore e il vuoto nel quale sprofonda una coppia che vede svanire il proprio sogno durante il cammino.
Quando si parla di Bambini mai nati, quasi inconsapevolmente ci viene da pensare al famoso libro di Oriana Fallaci Lettera a un bambino mai nato, un capolavoro che già all’epoca della sua pubblicazione fece scalpore appunto per il tema dell’aborto, una storia fittizia, ovviamente,
quella raccontata dall’autrice ma che a bene vedere nasconde ancora un po’ di triste verità.
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