QUEL MALEDETTO 4 DICEMBRE 2016
- Alessia Maria Di Biase
- 18 dic 2016
- Tempo di lettura: 2 min

Se c’è una data che probabilmente gli Italiani non dimenticheranno più sarà il 4 Dicembre 2016.
Il giorno di quel benedetto referendum ci rimarrà stampato in testa, troppe volte che ce l’hanno ripetuto; prima, per ricordarci di andare a votare, dopo, per ricordarci quello che è successo.
Dalla sera del 4 Dicembre, dopo la vittoria del NO, nel giro di 48 h un’inattesa (ma preannunciata) bufera si abbattuta sul nostro paese, portando via il capo del governo ma lasciando gran parte dei suoi Ministri, alcuni dei quali non solo non hanno seguito l’esempio del loro leader ma ce li ritroviamo addirittura promossi.
Che cosa è cambiato con la vittoria del NO? Assolutamente niente, anzi.
Le cose sembrano solo peggiorare.
Si è inserito un nuovo governo, che non è altro che la fotocopia sbiadita di quello precedente, che continua a tramare il suo disegno operativo dietro le quinte.
Le opposizioni gridano a gran voce “Elezioni Subito”, che per qualcuno vuol dire andare a votare domani mattina, per qualcun altro vuol dire tra qualche mese.
Ma per andare a votare ci vuole una legge elettorale, e per fare la legge elettorale ci vuole un governo, però il governo di prima non andava bene, e non va bene neppure quello di adesso perché è sostanzialmente uguale a quello precedente.
Nel frattempo un altro terremoto colpisce l’amministrazione Romana, che non riesce a portare a casa una giunta compiuta tra assessore indagato, vice sindaco arrestato, dimissioni dei collaboratori, le cinque stelle del popolo grillino sembrano spegnersi gradualmente una per una.
Anche a Milano e Napoli però le cose non vanno meglio, si torna a parlare del caso “Expo” e del discusso voto di scambio dei due rispetti sindaci.
Insomma il quadro attuale del nostro paese non sembra essere dei migliori, passeremo il Natale a pensare come risolvere le crisi e i problemi politici piuttosto che preoccuparci di tutte quelle persone che vivono sulla soglia della povertà, che aspettano l’esaurimento delle lunghe liste d’attesa in ospedale, che cercano invano un posto di lavoro, che pensano in quale paese emigrare.
Chi voleva cambiare il paese il 4 Dicembre ci è riuscito, e questo è il risultato.
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