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Passato il Santo finita la festa.

  • Alessia Maria Di Biase
  • 26 dic 2016
  • Tempo di lettura: 2 min

A Natale si sa, siamo, o cerchiamo di essere tutti più buoni, per chi ci crede o no questa resta comunque la festa più importante dell’anno; le città si illuminano, le strade cambiano, le vetrine si addobbano, i programmi culturali si moltiplicano, piccoli e grandi eventi fioccano qua e là.


Il Natale, cioè il giorno in cui celebriamo ( o dovremmo celebrare) la nascita di Gesù, ha assunto via via un valore sempre più commerciale che religioso, perdendo nel corso degli anni e del tempo il vero spirito Cristiano per il quale è stato istitutito.

Tutto è diventato un derivato del Natale: festa di Natale, regali di Natale, canzoni di Natale, film di Natale, viaggi, libri e giochi di Natale.


Un sinonimo, assolutamente improprio, della parola Natale potrebbe essere ormai il verbo “correre”; i giorni di festa infatti sono sempre di più una maratona: corsa a comprare i regali, corsa alla spesa per pranzi e cenette, corsa agli auguri, corsa a chi scrive prima, meglio e di più i messaggi di auguri, corsa a condividere su internet le tavole più belle, più addobbate, più colorate.


Gli auguri di Natale sono diventati ormai un gesto puramente meccanico, svuotati del loro profondo significato altro non sono che un copia e in colla di frasi lette e rilette da qualche parte, la regola degli auguri ormai è questa: uno li scrive e cento li condividono.


E poi ci sono le gare di solidarietà, mai come in questo periodo dell’anno si leggono suoi giornali, titoli che ci spingono a muoverci a compassione; tante volte queste iniziativi sono valide, belle e meritevoli, ma purtroppo altrettante volte queste occasioni altro non sono che uno specchietto per le allodole dove si guardano finti sbandieratori della fratellanza e della benevolenza.


Improvvisamente tutti chiedono la pace nel mondo, tutti si ricordano dei senza tetto, si preoccupano di chi trascorrerà il 25 Dicembre per strada, al freddo e al gelo, si impietosiscono davanti ai bambini senza una casa, si commuovono pensando ai malati soli in ospedale e si inteneriscono pensando ai poveri che fanno la fila per il pranzo sociale.


Tutte realtà assolutamente vere e importanti ma che purtroppo non iniziano e finiscono con i giorni rossi del calendario cristiano eppure ecco che spacchettati i regali, sgombrati gli addobbi natalizi, spente le luci degli alberi automaticamente tutte queste vite è come se non esistessero più


Da domani pochi eletti continueranno a pensare che la guerra in Siria non è ancora finita, che ci sono ancora ragazzi che arrivano nel nostro paese per stare bene e altri costretti a partire per stare meglio, da domani tutto tornerà come prima perché si sa Passato il Santo, Finita la Festa .


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