LION – LA STRADA VERSO CASA
- Alessia Maria Di BIase
- 18 gen 2017
- Tempo di lettura: 2 min
Tante volte sentiamo parlare dell’adozione, tante volte ci capita di leggere le storie delle famiglie adottive; ma il mondo dell’adozione è un mare infinito, un insieme di cavilli giuridici, amministrativi oltre che passaggi emotivi e psicologici.
Nonostante in linea generale e comune sentire l’adozione venga considerata come un grande gesto d’amore, tuttavia nella quotidianità questo argomento soffre ancora di troppi pregiudizi sia da parte dei genitori, appellatati come genitori “di cuore” o secondi genitori, sia da parte dei figli considerati come bambini diversi, speciali.
Si gira intorno alle parole per non dire le cose come stanno realmente, per non dire che quel bambino viene da chissà dove, per evitare di sottolineare che ha la pelle colorata o l’accento diverso.
Per tale ragione è di fondamentale importanza creare una vera e propria cultura dell’adozione, sdoganando questo mito dell’adozione come un affare di famiglia, una questione riservata, una cosa d’Elite.
Così, grazie a questo film LION- LA STRADA VERSO CASA finalmente anche l’adozione arriva sul grande schermo, finalmente non si parla dell’adozione come un gesto di pietà ma come un’opera d’arte, si apprezza come si apprezza un bel libro o un bel film; l’adozione diventa parte della nostra quotidianità, della nostra cultura.
Un film dal genere drammatico, che racconta la storia di un bambino che, una volta diventato adulto parte per scoprire le sue origini.
La trama : “All'età di 4 anni Saroo sale per sbaglio su un treno che lo conduce a Calcutta, lasciandosi alle spalle la famiglia e il piccolo villaggio indiano dove è nato, lontano 1600 chilometri. Sperduto nella caotica metropoli, Saroo sopravvive per strada fino a che non viene messo in un orfanotrofio, prima di essere adottato da una coppia di coniugi australiani di Hobart, in Tasmania, dove il piccolo cresce.
All'età di 25 anni, Saroo non ha dimenticato le sue radici e passa le sue serate su Google Earth per rintracciare il villaggio dove vivono la madre e i fratelli, utilizzando i pochi dettagli e ricordi che ha”.
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